MARCO SCATAGLINI
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FOTOBLOG KELIDON

In questo blog fotografico non troverai tante parole, ma tante foto, la narrazione fotografica, con qualche considerazione tecnica e magari qualche consiglio, delle mie uscite sul campo e delle mie esplorazioni. Diciamo che vuole essere una sorta di diario sul campo!

Incontri e abbandoni

2/10/2022

1 Comment

 
Il titolo di questo post, mi rendo conto, potrebbe ingannare. Infatti non intendo affatto parlare di storie d'amore strappalacrime, bensì del rapporto che abbiamo con i luoghi, specialmente se urbani o "periurbani". Il problema è infatti che non ne abbiamo affatto cura, e se ci pensi è strano visto che vi trascorriamo buona parte della nostra vita. In casa non ci comporteremmo mai come invece facciamo per le strade della città, che pure sono anch'esse, in qualche modo, "casa".
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Non scriveremmo sui muri con lo spray, non attaccheremmo mai quadri senza cornice (e senza dipinto), non lasceremmo rifiuti sparsi in giro e soprattutto avremmo cura dei vari guasti che possono accadere: muri che si spaccano, buche, infiltrazioni d'acqua. 

Invece in città trascuriamo queste accortezze che avremmo tra le quattro mura della nostra abitazione. Appena varcata la soglia di casa, tutto diventa "res nullius" e l'unico responsabile del degrado che si incontra è il Comune o comunque l'ente pubblico che non fa il suo dovere. Chissà perché ci si immagina di essere seguiti da un gruppo di operatori ecologici intenti a raccogliereman mano le schifezze che buttiamo in terra per non "perdere tempo" a raggiungere il più vicino cassonetto.
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In effetti pensiamo (o, almeno, molti pensano) che sia compito solo delle istituzioni pubbliche il prendersi cura degli spazi "comuni", mentre in realtà è responsabilità di ciascuno di noi rendere il mondo un luogo migliore. Ho sempre pensato - magari sbaglio - che la colpa sia anche del fatto che la gran parte delle persone oramai vive slegata dall'ambiente e spesso circondata da ambienti "rigidi", formali, squadrati, che solo vagamente possono ricordare quella che è l'armonia dell'ambiente naturale. Vivere tra cemento e asfalto, muri rigidamente geometrici, colori pastellati e artificiali, percepire l'erba sul bordo del marciapiede come "sporco" da eliminare col diserbante e non come un simbolo della resilienza naturale, è a mio parere alla base del rapporto errato che abbiamo con tutto ciò che che ci circonda.
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Le persone vivono nella perenne idea che la natura sia un pericolo, che le catastrofi siano "naturali" e non provocate dalla stupidità umana (pensiamo alle alluvioni di questi giorni), che gli animali siano sempre pericolosi, anche se né lupi né cinghiali hanno mai assalito gli esseri umani se non per difendersi quando attaccati, che la terra pulluli di insetti velenosi, serpenti intenti ad attaccarci, pipistrelli che desiderano solo attaccarsi ai nostri capelli, e così via. Una realtà distopica e irreale, ma che  - anche grazie ai Social - diventa sempre più popolare. 
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Forse potrebbe sembrare esagerato quel che sto scrivendo, ma riflettici un attimo. Siamo passati dalle preghiere e benedizioni per invocare la pioggia dopo mesi di siccità disastrosa, con il Po ai minimi termini e seri danni all'agricoltura, alle imprecazioni per "troppa grazia Sant'Antonio", con alluvioni e frane provocate dalle piogge finalmente arrivate.

In pochi hanno posto attenzione a due aspetti fondamentali della questione: da un lato che ci troviamo ad affrontare dei mutamenti climatici gravissimi, in grado di alterare per sempre i modi di vivere come li conosciamo, e che sono contrastati solo a parole mentre non si fa niente per ridurre davvero le emissioni di CO2, dall'altro che siccità e piogge intense ci sono comunque sempre stati e che con una normale cura del territorio e soprattutto evitando di sovrasfruttarlo e riempirlo di asfalto e cemento non succederebbe nulla di grave nella maggior parte dei casi.
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Ma invece, dopo aver tagliato o ceduato i boschi, aver sfruttato all'estremo i suoli, cementificato gli alvei dei fiumi, costruito sempre nuove case di cui nemmeno abbiamo bisogno, creato strade di ogni tipo con un consumo di suolo pazzesco, evitato di accumulare l'acqua in invasi creati appositamente o di ridurre gli sprechi assurdi del prezioso liquido, ad esempio con sistemi di irrigazione più efficienti, ci lamentiamo delle conseguenze, chiamando leopardianamente la Natura "matrigna". Siamo o non siamo strani?
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Se vuoi sostenere il mio progetto fotografico che cerca di raccontare questi temi, puoi acquistare il primo libro che ne ho tratto: "SEGNI/SIGNS". Grazie.
1 Comment
Mr. William Harmon link
6/10/2022 22:46:09

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