IL MONTE ANALOG(IC)O
Ognuno di noi ha la sua montagna segreta da scalare, il luogo da cui lo sguardo possa spaziare e vedere oltre le semplici convenzioni sociali e oltre i limiti che ci autoimponiamo. Il più delle volte non si tratta di una vera montagna, non serve che lo sia. Lo stesso René Daumal (autore del romanzo Il Monte Analogo rimasto incompiuto) utilizza la montagna come metafora, e la sceglie perché è uno scalatore e le montagne le conosce bene, ma poteva essere anche una spiaggia, una piazza di città, una strada, un vicolo. O anche un monumento, un albero, un fiume, un ricordo, una poesia, qualsiasi cosa.
Per me la fotografia analogica è proprio questo: poter guardare oltre, vedere più lontano o, meglio, più in profondità. Rallentare, semplificare, andare all'essenza.
Il progetto intende esplorare questo mondo parallelo, prossimo, familiare, vario. Non per forza riconoscibile, ma visto grazie al grano d'argento, su pellicola, su carta fotografica, con vecchie fotocamere in bachelite, o attraverso un foro stenopeico, ma sempre con la tecnica del Lumenprinting.
Con questa tecnica si sfrutta l'argento contenuto sulla carta fotografica bianco e nero che quando esposto ai raggi UV emessi dal sole si "ossida" creando direttamente le immagini, senza necessità di sviluppo o altro intervento. Quando si apre la fotocamera la foto è già lì, perfettamente formata anche se instabile.
Occorre solo digitalizzarla (ad esempio duplicandola con una fotocamera), invertirla e sistemarla con le curve. E la cosa bella è che la foto è a colori, anche se realizzata su carta BN! Il "miracolo" è legato appunto al fenomeno fisico del cambio di stato dei granuli di argento. Ovviamente tali colori sono del tutto arbitrari.
Ecco dunque una selezione delle foto realizzate durante la mia scalata al Monte Analogo, il mio punto d'osservazione privilegiato. Senza troppi vincoli, né geografici né iconografici. Un progetto libero e liberatorio.
Per me la fotografia analogica è proprio questo: poter guardare oltre, vedere più lontano o, meglio, più in profondità. Rallentare, semplificare, andare all'essenza.
Il progetto intende esplorare questo mondo parallelo, prossimo, familiare, vario. Non per forza riconoscibile, ma visto grazie al grano d'argento, su pellicola, su carta fotografica, con vecchie fotocamere in bachelite, o attraverso un foro stenopeico, ma sempre con la tecnica del Lumenprinting.
Con questa tecnica si sfrutta l'argento contenuto sulla carta fotografica bianco e nero che quando esposto ai raggi UV emessi dal sole si "ossida" creando direttamente le immagini, senza necessità di sviluppo o altro intervento. Quando si apre la fotocamera la foto è già lì, perfettamente formata anche se instabile.
Occorre solo digitalizzarla (ad esempio duplicandola con una fotocamera), invertirla e sistemarla con le curve. E la cosa bella è che la foto è a colori, anche se realizzata su carta BN! Il "miracolo" è legato appunto al fenomeno fisico del cambio di stato dei granuli di argento. Ovviamente tali colori sono del tutto arbitrari.
Ecco dunque una selezione delle foto realizzate durante la mia scalata al Monte Analogo, il mio punto d'osservazione privilegiato. Senza troppi vincoli, né geografici né iconografici. Un progetto libero e liberatorio.