MARCO SCATAGLINI
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La vera natura del digitale

5/7/2021

11 Commenti

 
Tranquillo, non intendo tornare sull'annosa querelle se sia meglio l'analogico o il digitale. O forse si. Sarà che ho appena acquistato a poco prezzo una mitica Olympus OM2n (ho già la OM1n) - ovviamente a pellicola - e dunque sono entrato in modalità "grano d'argento", però ci sono alcune riflessioni che mi ronzano in testa e oggi mi sembra il giorno giusto per parlarne brevemente qui, tra amici.
Foto
Allora: la foto sopra (realizzata con una Nikkormat EL del '72) - che fa parte del mio progetto analogico diventato il libro  "Una Momentanea Eternità" - è la versione digitalizzata di un negativo, com'è ovvio. Tuttavia l'originale (il negativo) rimane in archivio ed è qualcosa di concreto, composto da granuli di argento annerito (semplifico per capirci). Lo posso toccare, maneggiare (con cura, altrimenti si graffia, in effetti), riprodurre ancora con molte tecniche diverse, stamparlo con una stampante inkjet ma anche sotto l'ingranditore. Vabbe', queste son cose che sai bene anche tu.

A me preme solo sottolineare la parola "concretezza": il negativo esiste, ha corpo, spessore, materia. Lo vedi e lo tocchi, a prescindere dalla foto che ci sta sopra.
Foto
Ora, questa qui sopra è invece una fotografia digitale, e anche realizzata con uno smartphone, tié!
E uno potrebbe dire che in effetti è molto più nitida, netta, definita, poi è anche a colori: insomma è meglio. Certo, non ha "sostanza" né concretezza, ma potremmo del tutto fregarcene, visto che quel che conta è il risultato, e su questo non ci piove proprio. Io uso il digitale (e anche lo smartphone) senza il minimo senso di colpa, anzi con gran piacere e convinzione, esattamente come mi piace sentire il "clack" della Nikkormat a pellicola. Son piaceri diversi e non c'è motivo di privarsi di uno o dell'altro.

E anche questo lo penserai pure tu, e non sto certo dicendo nulla di nuovo. Il fatto è che mi è capitato di trovare un piccolo software chiamato Free File Viewer Pro che permette di aprire qualsiasi tipo di file, ma soprattutto di vederlo anche in formato HEX (esadecimale). Insomma, è come far cadere il velo di Maja davanti alla fotografia.

​La stessa foto sopra diventa questa cosa qui sotto, se aperta in HEX.
Foto
Io ho sempre scritto che una foto digitale in fondo non è altro che un "grumo di pixel", ma rendersi conto che alla fine la nostra bella foto colorata, nitida e precisa non è altro che puro e semplice codice numerico, beh, un po' mi ha dato da pensare! In effetti, scrivendo dei numeri a caso, potremmo ottenere anche una foto decente, chissà!

Conosci il paradosso della scimmia e della macchina da scrivere? Se diamo una macchina da scrivere (o un PC con software di scrittura) a una scimmia, e quella inizia a battere a caso i tasti, secondo il calcolo delle probabilità potrebbe anche riuscire a scrivere, che so, la Divina Commedia.
Ecco, se battesse a caso dei numeri e con un apposito software li convertissimo in codice HEX, magari ne viene fuori una bella foto, anche se non ci sarebbe mai stato un accidente di scatto, di ripresa dal vivo. Angosciante, eh?

Ma questa è la vera natura del digitale, e se uno ci pensa bene su non c'è nulla di male, anzi. I numeri non si degradano, i numeri non si alterano se non hai effettuato per bene il lavaggio del negativo, non sono composti di resina che può anche spezzarsi, o fondersi o chissà cos'altro. I numeri sono solo entità astratte, anche quando li scrivi. Belli, precisi, un po' freddini, magari.

​Fatto sta che da quando ho scoperto 'sta cosa, non riesco a non guardare le mie foto digitali e pensare che in fondo sto condividendo cose del genere.
Foto
Questa sopra è la stessa foto di prima quando aperta in formato "Text": perché forse non lo sai, ma le tue belle fotografie digitali non sono altro che numeri, ma anche testo, incomprensibile, ma comunque testo. Certo, diciamolo, il codice testuale e anche quello HEX hanno una loro bellezza. Un artista contemporaneo potrebbe farne delle installazioni niente male. Potrei realizzare un libro in cui pubblicare solo il codice delle foto e così farei la figura dell'intellettuale creativo, del vero artista che rompe con le regole assegnate "a questa parte di universo". Sarebbe un libro della categoria che io definisco "Due Palle", ma anche di questo potrei fregarmene, se mi aprisse le porte del dorato mondo dell'Arte. 
Ora ti aspetterai chissà quale considerazione altamente utile e filosofica, ma resterai deluso, perché in effetti non sono nemmeno io riuscito a comprendere pienamente la strana sensazione che mi fa vedere una foto digitale "per come è davvero". Da un lato mi affascina, dall'altro mi inquieta. 

Magari hai voglia tu, qui sotto nei commenti, di trovare una degna conclusione. Io, per reazione, intanto ho acquistato la OM2n. Mi sembra già qualcosa!
11 Commenti
Tiziano
5/7/2021 11:26:08

Una foto su pellicola è un grumo di sostanze chimiche.
Una foto stampata è un grumo di inchiostri su carta.
Una foto digitale è un grumo di byte.

A questo punto, è proprio vero che la bellezza è negli occhi di chi guarda.

Risposta
Marco Scataglini
5/7/2021 11:37:39

Effettivamente! ;-)

Risposta
Luca
5/7/2021 18:33:29

Buongiorno Marco
Diró la verità, sono deluso.
Da uno come lei con tanti anni di esperienza, mi sarei aspettato una riga 180 fatta decisamente meglio, salta agli occhi che nella 3 colonna c’è una evidente sottoesposizione!
Scherzi a parte fa impressione davvero

Risposta
Marco Scataglini
5/7/2021 20:15:19

Eh Luca, ma nella riga 184 ho rimediato! ;-)

Risposta
Ermanno Bianchera link
5/7/2021 19:37:12

Confesso che anch'io sono nostalgico dell'analogico e ogni tanto, quando trovo l'occasione, acquisto qualche vecchia macchina; possiedo una OM-1, una Rolleiflex, una Zeiss Contaflex e una Kodak Retina IIIc. Però fotografo solo in digitale perchè cmq la pellicola costa... e anche lo sviluppo. Alla fine è vero; la foto esiste (cioè "viene fuori" da ex-sistere) solo quando si materializza. Però riflettendoci su, anche la carta è un supporto come può esserlo una matrice di pixel. Certo l'immagine elettronica necessità di continua alimentazione mentre la carta no. Ma anche la carta non è eterna. Con il tempo si deteriora, i colori si modificano.
La foto quindi è sempre qualcosa di provvisorio (cioè etimologicamente una "visione ulteriore") e di illusorio (cioè etimologicamente "qualcosa di irreale"). Per questo la fotografia va oltre la realtà e può diventare arte, metafora, rappresentazione, idea. Se poi si ingrandisce una foto analogica si noteranno i punti di sale d'argento, esattamente come i pixel di una foto digitale. La foto digitale, inoltre, si può sempre stampare e quindi materializzare proprio come una foto analogica. Magari, un buon artista la potrebbe persino "copiare" come fanno i pittori iper realisti. Io spero solo che presto l'industria metta a disposizione degli inchiostri meno costosi e anche più duraturi!!

Risposta
Marco Scataglini
5/7/2021 20:17:26

Certo, come detto anche io uso il digitale, ma l'analogico è una bella esperienza ;-)

Risposta
Andrea
7/7/2021 12:00:13

Marco, sarà che ho lavorato per tanti anni su quei codici esadecimali che definisci "incomprensibili" (ma che non lo sono affatto!), ma delle tue considerazioni , mi stupisce più che altro l'esitazione a trarre delle conclusioni: non hai esitazione alcuna a dire nei tuoi corsi che la fotografia non rappresenta la realtà, ma ciò che il fotografo vuole rappresentare. Adesso dovresti fare uno step ulteriore: una fotografia digitale non è nemmeno una singola rappresentazione della realtà scelta dal fotografo al momento dello scatto, ma è in effetti un super-insieme di informazioni che consentono di ottenere molte e diverse rappresentazioni della realtà solo parzialmente scelte dal fotografo al momento dello scatto. Quindi è inutile girarci attorno: il digitale è intrinsecamente più completo dell'analogico (e in questo senso chiaramente "migliore").
Se ti sembra che una specifica fotografia analogica sia comunque migliore di quelle ottenibili con il digitale è solo perché non hai saputo "rendere" (per carenze tecniche) con gli strumenti digitali quella rappresentazione che hai ottenuto con l'analogico e che c'era (insieme a molte altre) anche nello scatto digitale.
Questo non vuol dire affatto che non sia sensato usare l'analogico, se è il modo più rapido ed efficiente di ottenere un certo risultato "artistico" che avevi in mente (e che magari non saresti riuscito ad ottenere con il digitale)! E' un po' come dire che un software di modellazione 3D (e una stampante 3D) sono sicuramente "migliori" di un semplice scalpello, ma questo non toglie che anche oggi probabilmente Michelangelo scolpirebbe il David o la Pietà con lo scalpello...

Risposta
Marco Scataglini
7/7/2021 17:28:53

Sul fatto che il digitale sia "meglio" concordo, lo dico pure nel post, dove aggiungo che infatti io utilizzo il digitale, e l'analogico è solo parte della mia attività fotografica. Il post non aveva affatto l'intenzione di andare a scavare nei meandri della scienza informatica, non parlavo anzi di scienza ma di sensazioni. La sensazione che si ha davanti un file che si sa essere composto da codici è giocoforza diverso da una foto che invece è fatta di sostanza minerale, cioè sali d'argento. Riguardo la resa, utilizzando il digitale tutti i giorni dal 2002 direi che oramai lo conosco piuttosto bene, e so trarne quello che mi serve ma non è questo il problema: anzi, il problema è l'opposto. Cioè che il digitale, proprio perché fatto di codici modificabili ipoteticamente in qualsiasi modo uno voglia, è privo di quell'effetto sorpresa che mi ha fatto riprendere in mano l'analogico. E' proprio il fatto che l'analogico sia inferiore e imperfetto che te lo fa scegliere. Diciamo che tu magari hai ragionato da informatico, ma io - che di informatica so nulla, la uso e basta - ragiono "a pelle", e non cerco affatto la "migliore rappresentazione", ma quella che mi emoziona di più. Poi sostanzialmente, diciamocelo, uso di tutto senza pormi tante questioni, il post serviva solo a far riflettere e magari sorridere su un aspetto del digitale a cui a volte non si pensa molto ;-)
Grazie del commento!

Risposta
Guido Bertoli
11/7/2021 12:58:46

L'analogico ha il suo fascino... ma è da esperti. Se penso a tutto il tempo che ho "perso" da giovane a sviluppare e stampare i negativi... e a quanta carta ho buttato via.. E poi quel limite maledetto delle 36 pose e dello zaino pieno di rullini.. E poi l'attesa delle diapositive... magari le vedevo dopo 3-4 giorni... E poi l'incognita di ogni foto scattata... "sarà venuta bene?" E in viaggio... aspettare di tornare a casa per vedere i risultati, magari dopo un mese..:! Insomma, personalmente lascio volentieri ai nostalgici la nostalgia, per buona parte. Ma è vero che ci si può divertire a scattare qualche foto su pellicola, certo, per fortuna oggi abbiamo la scelta. In quest'ottica a volte mi pento di aver venduto la mia Yashica FX-3 con un 45 Zeiss.. Ma con i software di oggi si possono fare delle belle cose, in tempi drasticamente inferiori a quelli necessari con spirali e ingranditori...E si può sempre stampare, che alla fine è la cosa più importante.

Risposta
Piero Consoli
20/7/2021 18:47:27

Io comincerei a metter frasi a caso dentro quel software e vedere che immagini escono..!!

Risposta
Marco Scataglini
21/7/2021 05:39:15

Mi sarebbe piaciuto, ma non so come si fa! Anche scrivere dati a caso sarebbe interessante!

Risposta



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    Sono un fotografo e un autore di saggi sulla fotografia (e non solo). Per oltre 15 anni ho collaborato con le più importanti riviste di viaggi e turismo, pubblicando oltre 200 reportage. Oggi mi occupo di fotografia creativa, alternativa e irregolare, sia analogica che digitale, e sono un ricercatore di “cose interessanti” da raccontare, soprattutto nel campo della fotografia, dei luoghi, della natura e dei paesaggi, anche grazie alle tecniche dello Storytelling.


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