Scusate, ma stavolta torno a usare questo blog come vero strumento di comunicazione personale. In fondo non dovrebbe essere così? Ad ogni modo, vorrei parlare del mio ultimo lavoro, un libro fotografico intitolato "Foto|sintesi", a cui tengo molto (ma lo dico di ogni mio libro!). Ora, un libro fotografico è per definizione uno strano ibrido: da un lato è un libro come tutti gli altri, sia perché composto da pagine di carta e da una copertina, sia perché in genere pubblicato da un qualche editore, distribuito da un distributore e così via; dall'altro lato però non è fatto solo di parole (spesso ce ne sono pochissime) ma di immagini e io l'ho sempre visto come una sorta di "minigalleria portatile", una mostra che è possibile tenere per sempre in libreria. Dopo aver pubblicato libri fotografici - e non solo - con altri editori, ho iniziato a farmeli da me e questo perché volevo che fossero davvero la piena e completa rappresentazione delle mie idee, del mio modo di vedere, delle mie emozioni. Questo ha comportato la rinuncia a tutte le strutture che un vero editore è in grado di dare, dal lavoro sulla promozione a quello sulla distribuzione, ma anche il sostegno morale, a volte. Tanti miei colleghi hanno iniziato lo stesso percorso, a volte con successo, a volte meno. Il più delle volte i libri li si realizza con la tecnica del "crowdpublishing", che consiste nel "prevendere" i libri ancor prima della stampa per coprire almeno le spese, cosa che ho fatto anche per questa mia ultima fatica, con pieno successo. Anzi, approfitto per ringraziare ancora i sostenitori e le sostenitrici che hanno consentito di arrivare alla stampa del libro, senza di loro probabilmente non ci sarei riuscito. Tuttavia è ovvio che avere per le mani (e in magazzino) il libro rappresenta meno della metà dell'opera. Occorre anche che il libro circoli, che ci siano persone che decidano di acquistarlo, che magari spargano la voce se ne restano soddisfatti. Il più delle volte, questo comporta per l'autore l'organizzazione di numerose presentazioni: così, può spiegare direttamente al pubblico il senso del progetto, il valore del libro, il perché possa valere la pena acquistarlo. In genere, alla fine di queste presentazioni (che mi è sempre piaciuto organizzare) si vendevano diverse copie. Purtroppo, il COVID ha completamente fermato questa modalità, e non so quando si potrà ricominciare a pieno regime. Ho anche pensato a delle presentazioni online - ne avevo fatta una per "Una Momentanea Eternità", ad esempio - ma oltre a convincermi poco, temo che oramai Internet sia saturo di questo genere di cose. Ma se tra chi legge queste note c'è il responsabile di qualche Circolo Fotografico e volesse invitarmi, parteciperei volentieri a una simile presentazione virtuale. Insomma, davvero la parte più difficile di realizzare un libro è riuscire a metterlo sul mercato. D'altra parte i numeri parlano chiaro: in Italia il mercato dei libri fotografici è risibile e si basa quasi esclusivamente sui soliti nomi, i grandi autori molto noti - o addirittura storici - che gli appassionati apprezzano e seguono. Per il resto, è necessario invece trovare canali alternativi, non facili, specialmente quando ci si trova in piena pandemia. Ma qualcosa m'inventerò. Ci tengo a dire che come autore non realizzo libri pensando sia una vera forma di "reddito integrativo": in verità ci si guadagna poco, a volte nulla. Il libro ha la funzione che hanno i dischi per molti musicisti (che guadagnano magari dai concerti, altra nota dolente di questo periodo): farsi conoscere, certo, ma soprattutto poter veicolare la propria arte, diffondere il proprio messaggio, far viaggiare sulle proprie gambe quelle foto realizzate in anni di lavoro. Perciò vendere i libri non è tanto un fatto di ricavi netti (anche, ovviamente non guasta mai) quanto di diffusione e conoscenza del lavoro svolto, è legata al fatto di sapere che ci saranno persone che ameranno il tuo libro, lo sfoglieranno, si spera apprezzeranno le foto. Proprio per questo ho sempre preferito fare in modo che i miei libri fossero "popolari", cioé con un costo ragionevole, non troppo basso per evitare di deprezzare il lavoro stesso o rimetterci economicamente, non troppo alto da renderlo "irraggiungibile".
Altri fotografi fanno l'esatto opposto: libri a tiratura limitata, costosi, di pregio. E' una scelta legittima, ma che non condivido. Perché contraria all'idea di far "circolare" le foto, e anche decisamente snob, se non elitaria. Certo, spesso questi libri sono bellissimi, stampati da dio, su carte pregiatissime, imponenti, e così via. Ma se poi se li possono permettere in pochi e magari nemmeno li sfogli perché hai paura che si rovinano, a che serve? Anzi, per alcuni progetti che ho in corso ho deciso di realizzare una linea di "zine" (sebbene non le chiamerò così): uno o due libri l'anno, con relativamente poche pagine, da vendere a prezzi "da rivista" appunto. Credo che per l'inverno prossimo il primo "numero" sarà pronto, poi vedremo. Magari proporrò una sorta di "abbonamento" annuale con uno sconto, non so. Intanto, se sei curioso di conoscere il mio libro - e auspicabilmente di acquistarlo - puoi andare nell'apposita pagina di questo sito. Per il resto... ti terrò aggiornato. E mi raccomando, fai un po' di passaparola!
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