In effetti, è proprio così. Per l'esattezza è una scatoletta di metallo (cioé di latta) che conteneva cerotti. Piccola, proprio piccola. Trasformarla in fotocamera stenopeica ha richiesto pochi minuti e il risultato sono foto più o meno tonde (è supergrandangolare e il foro non copre il formato 8x8 cm con cui la utilizzo, ovviamente parlo di negativi di carta) dal fascino un po' misterioso. La passione che ho per la fotografia stenopeica nasce sia dai risultati che si possono ottenere (e non imitabili in digitale), sia dalla possibilità di costruirsi da solo le fotocamere, cosa che trovo estremamente divertente. Ad ogni modo, se la cosa ti incuriosisce e vuoi saperne di più, ecco in anteprima il mio manualetto sulla - appunto - fotografia stenopeica. Ovviamente vi ho messo anche delle considerazioni filosofiche (per così dire) e un po' di storia, ma la parte centrale del libro è incentrata sul "come si fa", senza inutili tecnicismi. Ci sono libri (e siti) di fotografia stenopeica che sembrano destinati a laureati in fisica nucleare, con infinità di numeri, tabelle, algoritmi. Io l'ho fatta semplice: consigli pratici, fatti da chi utilizza quasi quotidianamente la fotografia stenopeica senza star troppo lì a omaggiare lord Releigh, ma puntando al concreto. Per questo ho messo nel libricino anche molte foto esplicative. Lo puoi trovare su Amazon, ma se vuoi puoi averlo GRATIS insieme al volume "Una Momentanea Eternità", le cui foto sono in buona parte realizzate appunto col foro stenopeico. Insomma, il manuale fornisce la parte pratica, il libro fotografico un chiaro esempio di quel che si può fare con questa tecnica. Se la cosa ti interessa, però, è meglio che ti sbrighi: ho solo 9 copie disponibili. Ti basta andare nell'apposita pagina di questo sito, dove troverai anche tutte le informazioni del caso, acquistare il libro e automaticamente riceverai l'agile manualetto in regalo. Facile no?
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