Quello nella foto sopra - realizzata con una tecnica che ho chiamato lumenphoto - sono io mentre discuto con il sole. Erano i giorni del "lockdown" e si poteva appena mettere il nasco fuori casa. Io continuavo a pensare a un modo per raccontare il mio rapporto con il sole, come relazionarlo alla mia vita. Non ho mai amato molto i giorni di sole (a differenza del 90% della restante popolazione mondiale), preferendo di gran lunga le giornate nuvolose. Sarà un retaggio del mio essere "fototipo 1" che da sempre lotta con le scottature estive, chissà! Comunque sia, ero intenzionato a celebrare il sole, non per la tintarella o per la possibilità di trascorrere lunghe giornate al mare, ma per essere il "motore primo" di ogni cosa. E intendo OGNI cosa. Noi non esisteremmo, nulla di vivo esisterebbe su questo pianeta senza questa piccola stella, insignificante a confronto con le stelle giganti di cui è pieno l'universo, tanto che, come scrive Ester Antonucci ("Dentro il sole"), "viene classificata come «nana gialla» in base alle righe spettrali che emette nel visibile, e ha temperatura superficiale di 5.780 K ... La sua luminosità è decine di migliaia di volte inferiore, per esempio, a quella di Rigel, ma per la Terra, che dista dal Sole solo 150 milioni di chilometri, il Sole è 100 miliardi di volte più luminoso di qualsiasi altra stella. Il Sole è la stella più vicina alla Terra: è la nostra stella. In 8 minuti la sua luce percorre la distanza che lo separa dalla Terra, la quale lungo la sua orbita quasi circolare intorno al Sole, compiuta in 365 giorni, riceve 1,36 kWatt di potenza luminosa per metro quadrato di superficie". Ad ogni modo, dicevo, cercavo di esprimere la sensazione di gratitudine che provo verso la nostra stella per aver permesso non solo a me - e a tutti voi - di essere vivi, ma anche di permetterci di vivere su un pianeta ricco di animali ma soprattutto piante (che rappresentano l'85% della massa vivente della Terra!), cioè di bellezza. E volevo mettere questo in relazione proprio con me stesso: dunque nella foto, oltre al sole, volevo esserci, secondo la tecnica del "selfie", almeno in senso lato. E in effetti la foto è un selfie, sebbene realizzato con una fotocamera autocostruita caricata con un pezzetto di carta fotografica BN, tenuta all'estremità di un monopiede. Tutte le foto del mio progetto "FOTO|SINTESI" hanno dietro storie simili. Alcune anche meno felici (tipo la denuncia che mi sono beccato per aver sistemato in un terreno incolto dei barattoli per la solargrafia), ma in generale è stato davvero un progetto "liberatorio", in cui ho dato sfogo libero alla mia fantasia, senza alcun limite, sfruttando una decina di tecniche diverse, per due terzi analogiche e per un terzo digitali. Il mio progetto celebra la bellezza e potenza del Sole ma non solo: anche e soprattutto vuole essere un omaggio alle potenti alleate del sole nel creare la vita: le piante. Senza queste ultime non avremmo né cibo né aria da respirare. Ho così pensato di partire dalle foglie, il laboratorio chimico delle piante dove avviene la magia che trasforma i fotoni impalpabili in zuccheri e dunque in cibo, grazie appunto al processo della fotosintesi. Per "fotografare" le foglie sono ricorso a tecniche particolari, alcune già disponibili (Antotipia, Lumenprinting, Lumigrafia, Fotogrammi…) altre invece frutto di riadattamenti o “invenzioni” personali (Oxydolumenprinting, Lumenphoto). Ma questo mero elenco di tecniche dice poco rispetto al grande sforzo che ho fatto per immaginare un progetto fotografico del tutto diverso da quelli fatti in precedenza, oltretutto a colori (sebbene gran parte delle foto sia fatta su carta fotografica bianco e nero e questa è già una magia!). Molte delle immagini hanno richiesto ore di esposizione, le solargrafie addirittura mesi. Un modo per rallentare, prendersi il tempo, adeguarlo ai ritmi del sole stesso, il cui moto apparente determina il dì, suddiviso in giorno e notte.
Sono molto contento dei risultati. Credo che il libro che ora è in fase di "crowdpublishing", dunque di finanziamento diffuso attraverso il preacquisto delle copie, oltre ad apparire diverso dal solito libro fotografico a cui siamo abituati (anche da quelli davvero “strani” che si realizzano negli ultimi tempi), sia anche in grado di trasmettere sensazioni positive, di cui abbiamo un disperato bisogno, e di far riflettere su questo nostro pianeta malato, su cosa stiamo facendo agli ecosistemi, alle possibilità di continuare a vivere in armonia con esso. Partire dall’ombra di Dio, come Michelangelo chiamava il Sole, credo sia essenziale. Può essere un amico indispensabile, ma anche un nemico se non abbiamo rispetto dei meccanismi che regolano l’atmosfera. I mutamenti climatici sono solo il primo segnale. Invece di realizzare un lavoro di tipo reportagistico, ho scelto di tornare alle origini, secondo la mia ferma convinzione che dovremmo proteggere e amare la natura certamente per tutto quello che fa per noi, ma soprattutto perché è bella. E della bellezza, forse, abbiamo più bisogno dell’aria che respiriamo. Se vuoi sostenere il mio progetto puoi andare nella pagina apposita presente in questo sito. Grazie!
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