Nel precedente post avevo chiesto ai lettori del blog di compilare delle schede per comprendere - io per primo - quali siano le esigenze (percepite, almeno) che sentono più impellenti, gli argomenti che reputano più interessanti, i generi che più li ispirano. A questo punto debbo ringraziare i molti che hanno aderito al mio "appello" e mi hanno risposto o inviato le schede compilate. Ora, dopo una settimana, direi che si possono tirare le somme, sottolineando che naturalmente questa sorta di sondaggio non ha alcun valore universale, non solo perché il campione è comunque troppo piccolo, ma anche perché è piuttosto orientato, per così dire. Nel senso che si tratta di persone che mi seguono, e dunque apprezzano (o chissà... sopportano!) il mio modo di intendere e vedere la fotografia. Questo ad esempio potrebbe spiegare il fatto che nessuno dei miei lettori ha indicato, tra i generi d'elezione, la Moda, il Glamour o la fotografia di Cerimonia e di People (con una sola eccezione)! Insomma se il sondaggio lo avessero fatto Paolo Roversi o Eolo Perfido, magari sarebbe andato diversamente. Ma al netto di questo, qualche spunto di riflessione viene fuori. Ne scrivo in due distinti post. In questo analizzo i risultati in merito alle aspettative e ai desideri dei lettori rispetto alla fotografia; nel post della prossima settimana analizzerò i risultati sui generi fotografici e con l'occasione approfondirò appunto le diverse declinazioni che possono assumere. Cosa distingue il "Geografico" dalla fotografia di "Paesaggio"? O lo Still Life dai Ritratti? O la Moda dalla fotografia di People? E così via. Sarà l'occasione anche per ragionare su come scegliere, e quanto sia importante farlo, ma anche come non restare poi "ingabbiati" per forza in un genere, nemmeno fossimo allo Zoo. Ora, cominciamo con il vedere cosa interessa i lettori di questo blog. Al primo posto si colloca la ricerca di una "nuova consapevolezza", il che mi sembra una gran cosa, sempre se chi ha risposto abbia ben presente cosa voglia dire. Una foto consapevole è una foto che non viene realizzata "tanto per" - magari per testare una nuova fotocamera o una tecnica appena imparata - o solo perché è capitata l'occasione giusta (anche se sono sempre benvenute), ma perché parte di un progetto o perché serva a comunicare un'idea o un'emozione. Ovviamente tutti i grandi Autori cercano di ottenere foto di questo tipo e altrettanto chiaramente ci riescono a volte e a volte no; ma l'intenzionalità resta comunque un fattore distintivo ben preciso. Dunque cercherò per quanto mi riesce di creare contenuti - sul Blog - che vadano a esplorare questo aspetto. “Penso che la macchina abbia la stessa anima che ho io. (…) È un aggeggio tra quello che mi sta davanti e la mia interiorità. Non vale niente lei come non valgo io come persona. Valiamo perché ci rendiamo utili” (Mario Giacomelli) Ovviamente essere fotografi consapevoli non significa affatto non poter più scattare fotografie solo per divertimento, o per documentazione, o per ricordo. Significa solo che si conosce bene il momento in cui la fotocamera si collega alla "mia interiorità" come sosteneva Giacomelli, e quando invece serve solo come taccuino d'appunti o per creare fotografie che abbiano uno scopo "non creativo", anche se ben fatte. Al secondo posto abbiamo la ricerca di una maggiore competenza in tecniche fotografiche specifiche di un dato genere fotografico. E questo mi sembra che sia il logico corollario del punto precedente: come dico sempre la tecnica deve seguire l'idea, ma nessuna idea verrà mai concretizzata (a livello fotografico) senza la tecnica. Insomma, questa non deve essere fine a se stessa, ma nemmeno dimenticata. E siccome certi generi fotografici richiedono competenze niente male, è bene cercare di conoscerne tutti i segreti in modo il più possibile mirato. Non parlo ovviamente dei fondamentali comuni a tutti, ma appunto di quelli specialistici. Ad esempio come gestire l'illuminazione nella ritrattistica o gli obiettivi macrofotografici, o come utilizzare la fotocamera nelle foto di Street, eccetera. Ne parlerò nel post della prossima settimana. Al terzo posto si colloca il desiderio di imparare a raccontare storie grazie alla fotografia, in pratica acquisire la capacità di sfruttare lo "Storytelling" in modo efficace. E anche qui siamo sul filo della logica: si sviluppa un progetto grazie a foto consapevoli, che richiedono una buona competenza tecnica e infine le si usa per raccontare agli altri l'idea iniziale, la nostra ispirazione. A pari merito risulta anche la scelta di approfondire lo studio e la comprensione dei grandi Autori, e credo che ci sia poco da aggiungere su questo aspetto, senza meno irrinunciabile. Già in passato ho scritto post su autori che reputo interessanti, e lo farò ancora. Conoscere i grandi autori significa innanzitutto comprendere come siamo arrivati sin qui, stando sulle spalle dei giganti, ma anche cosa è stato fatto, come e perché. Significa acquisire competenze anche solo per osmosi, perché la caratteristica di un bravo fotografo è quello di saper "leggere" le foto altrui e dunque imparare dalle stesse, senza nemmeno doversi rivolgere all'autore stesso, se ancora vivo. Molti meno lettori hanno invece espresso il desiderio di approfondire la tecnica di base, l'editing e la produzione di ebook e libri, argomenti su cui comunque tornerò, perché li reputo comunque essenziali per un fotografo (soprattutto l'editing, se si lavora per progetti), oltre che utili come quarto "step" nel processo creativo che ho accennato poc'anzi. Infatti grazie all'editing e alla pubblicazione online o su ebook e libri cartacei, il nostro lavoro può essere diffuso per ogni dove, e dunque conosciuto e auspicabilmente apprezzato. Sarebbe davvero triste spendere tanto tempo e energie dietro un'idea e poi tenerla chiusa in una cartella sul Desktop!
In sintesi mi sembra che i lettori di questo blog - almeno quelli che hanno partecipato al piccolo sondaggio - siano persone animate da un sano desiderio di crescere come fotografi e di esplorare il mondo della fotografia scendendo in profondità e non in modo superficiale come purtroppo fanno molti. Il mio compito sarà quello di dar loro (anche a te) una mano per quello che posso, attraverso appunto questo blog. Concludo con una piccola nota prima di rinviarti al prossimo post. Solo due persone hanno scelto di esprimersi sulla sezione "professionale". In altre parole, solo due dei miei lettori pensa di fare della fotografia una professione. Sono certo che un tempo i numeri sarebbero stati assai diversi: oggi c'è molta disillusione, si percepisce con chiarezza che la fotografia non è più un mestiere a cui accedere con relativa facilità. Ti dico come ho cominciato io: ho realizzato dei reportage (vicino casa, oltretutto) e poi mi sono presentato presso le redazioni di alcune riviste. Sono piaciuti e li hanno pubblicati. Punto. Da quel momento in poi ho continuato a pubblicare lavorando per molte riviste, sino a "collezionare" oltre 200 reportage. Parliamo della fine degli anni '90 e dei primi anni del nuovo secolo. E' ipotizzabile oggi un percorso del genere? Non impossibile (in alcuni settori, magari) ma di certo difficilissimo. Guardavo un'edicola giorni fa ed è sconsolante: un tempo le vetrine erano pieni di giornali dalle copertine colorate e dediti a ogni genere possibile dello scibile umano. Oggi abbondano i vuoti, per non parlare del fatto che le riviste sopravvissute pagano pochissimo, sia chi scrive che chi fotografa (e spesso sono oramai la stessa persona). Credo che questo possa farti capire quanto possa essere oramai arduo ripetere il mio percorso! Un'altra attività che mi ha dato "sostentamento" sono state le agenzie di Stock: credo di essere stato uno dei pochi fotografi che - seppur per poco tempo - sono stati stipendiati da un'Agenzia per produrre foto d'archivio. Oggi quell'agenzia ha chiuso... e non per colpa mia! Il settore è andato rapidamente in crisi e oggi solo pochi gruppi - con cui continuo a lavorare ma con ritmi assai diversi - dominano il mercato (Getty Images e Alamy soprattutto). Una strada non certo chiusa, ma diventata tortuosa e spesso poco remunerativa. E potrei continuare con tanti esempi (pensa solo al settore della fotografia di Cerimonia quasi ucciso dalla pandemia di Covid, visto che la gente si sposa sempre meno, e tende a risparmiare proprio sul fotografo...). Detto questo credo che fare il fotografo sia comunque uno dei mestieri più belli del mondo, e credo che con una certa accortezza e molto pelo sullo stomaco - ma anche con una buona dose di furbizia e lungimiranza - sia possibile ancora oggi perseguire l'obiettivo di diventare un "Pro". Ma di certo la cosa attira sempre meno gli amatori.
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