Tranquillo, non intendo tornare sull'annosa querelle se sia meglio l'analogico o il digitale. O forse si. Sarà che ho appena acquistato a poco prezzo una mitica Olympus OM2n (ho già la OM1n) - ovviamente a pellicola - e dunque sono entrato in modalità "grano d'argento", però ci sono alcune riflessioni che mi ronzano in testa e oggi mi sembra il giorno giusto per parlarne brevemente qui, tra amici. Allora: la foto sopra (realizzata con una Nikkormat EL del '72) - che fa parte del mio progetto analogico diventato il libro "Una Momentanea Eternità" - è la versione digitalizzata di un negativo, com'è ovvio. Tuttavia l'originale (il negativo) rimane in archivio ed è qualcosa di concreto, composto da granuli di argento annerito (semplifico per capirci). Lo posso toccare, maneggiare (con cura, altrimenti si graffia, in effetti), riprodurre ancora con molte tecniche diverse, stamparlo con una stampante inkjet ma anche sotto l'ingranditore. Vabbe', queste son cose che sai bene anche tu. A me preme solo sottolineare la parola "concretezza": il negativo esiste, ha corpo, spessore, materia. Lo vedi e lo tocchi, a prescindere dalla foto che ci sta sopra. Ora, questa qui sopra è invece una fotografia digitale, e anche realizzata con uno smartphone, tié! E uno potrebbe dire che in effetti è molto più nitida, netta, definita, poi è anche a colori: insomma è meglio. Certo, non ha "sostanza" né concretezza, ma potremmo del tutto fregarcene, visto che quel che conta è il risultato, e su questo non ci piove proprio. Io uso il digitale (e anche lo smartphone) senza il minimo senso di colpa, anzi con gran piacere e convinzione, esattamente come mi piace sentire il "clack" della Nikkormat a pellicola. Son piaceri diversi e non c'è motivo di privarsi di uno o dell'altro. E anche questo lo penserai pure tu, e non sto certo dicendo nulla di nuovo. Il fatto è che mi è capitato di trovare un piccolo software chiamato Free File Viewer Pro che permette di aprire qualsiasi tipo di file, ma soprattutto di vederlo anche in formato HEX (esadecimale). Insomma, è come far cadere il velo di Maja davanti alla fotografia. La stessa foto sopra diventa questa cosa qui sotto, se aperta in HEX. Io ho sempre scritto che una foto digitale in fondo non è altro che un "grumo di pixel", ma rendersi conto che alla fine la nostra bella foto colorata, nitida e precisa non è altro che puro e semplice codice numerico, beh, un po' mi ha dato da pensare! In effetti, scrivendo dei numeri a caso, potremmo ottenere anche una foto decente, chissà! Conosci il paradosso della scimmia e della macchina da scrivere? Se diamo una macchina da scrivere (o un PC con software di scrittura) a una scimmia, e quella inizia a battere a caso i tasti, secondo il calcolo delle probabilità potrebbe anche riuscire a scrivere, che so, la Divina Commedia. Ecco, se battesse a caso dei numeri e con un apposito software li convertissimo in codice HEX, magari ne viene fuori una bella foto, anche se non ci sarebbe mai stato un accidente di scatto, di ripresa dal vivo. Angosciante, eh? Ma questa è la vera natura del digitale, e se uno ci pensa bene su non c'è nulla di male, anzi. I numeri non si degradano, i numeri non si alterano se non hai effettuato per bene il lavaggio del negativo, non sono composti di resina che può anche spezzarsi, o fondersi o chissà cos'altro. I numeri sono solo entità astratte, anche quando li scrivi. Belli, precisi, un po' freddini, magari. Fatto sta che da quando ho scoperto 'sta cosa, non riesco a non guardare le mie foto digitali e pensare che in fondo sto condividendo cose del genere. Questa sopra è la stessa foto di prima quando aperta in formato "Text": perché forse non lo sai, ma le tue belle fotografie digitali non sono altro che numeri, ma anche testo, incomprensibile, ma comunque testo. Certo, diciamolo, il codice testuale e anche quello HEX hanno una loro bellezza. Un artista contemporaneo potrebbe farne delle installazioni niente male. Potrei realizzare un libro in cui pubblicare solo il codice delle foto e così farei la figura dell'intellettuale creativo, del vero artista che rompe con le regole assegnate "a questa parte di universo". Sarebbe un libro della categoria che io definisco "Due Palle", ma anche di questo potrei fregarmene, se mi aprisse le porte del dorato mondo dell'Arte. Ora ti aspetterai chissà quale considerazione altamente utile e filosofica, ma resterai deluso, perché in effetti non sono nemmeno io riuscito a comprendere pienamente la strana sensazione che mi fa vedere una foto digitale "per come è davvero". Da un lato mi affascina, dall'altro mi inquieta.
Magari hai voglia tu, qui sotto nei commenti, di trovare una degna conclusione. Io, per reazione, intanto ho acquistato la OM2n. Mi sembra già qualcosa!
11 Commenti
|
NEWSLETTERIscriviti alla mia newsletter e potrai scaricare gratis la mia "Quick Guide" PDF!
|